Occupazione: dati in chiaroscuro dall’Istat

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La disoccupazione scende, toccando i minimi dal 2012. In particolare cala quella giovanile, mai così bassa dal 2012, ma non aumenta il numero delle persone a lavoro. Dopo la decisa crescita di giugno a luglio l’economia italiana non ha creato nuovi posti. Anche se dietro il dato generale c’è un aumento di chi ha un contratto alle dipendenze, soprattutto se a tempo indeterminato. Inoltre diminuiscono gli occupati over50. L’aggiornamento dell’Istat vede quindi il tasso di senza lavoro contrarsi per la quarta volta consecutiva. Ora è al 9,7%. Ma restano lontani i livelli pre-crisi, nel 2007 il tasso scese fino al 5,8%.

Lontana anche l’Europa: nell’Ue a 19 ci si ferma al 7,5%. Stesso discorso vale per gli under25: il tasso scivola al 28,1% ma in epoca pre-crisi era quasi di dieci punti percentuali inferiore. Inoltre tra i giovanissimi sta aumentando l’inattività. Nella classe 15-24 salgono comunque anche gli occupati, pur se solo di dieci mila. Ma fa effetto la parallela decrescita degli ultracinquantenni (-18 mila in un mese) che magari sono andati in pensione anticipatamente. Alla base del ringiovanimento delle forze lavoro ci potrebbero anche essere spiegazioni stagionali. Certo il dato di giugno non basta a invertire la tendenze nell’occupazione registrata nell’ultimo anno, dove gli over50 fanno la parte del leone. In generale, a prescindere dalla questione anagrafica, il raffronto con giugno 2018 è positivo e ancor più lo è il ‘bottino’ degli ultimi tre mesi (+124 mila).

Un’apparente contraddizione questa, che deriva da fattori demografici. Nell’ultimo mese c’è stata un’erosione delle forze lavoro (-35 mila unità). Cosa a cui probabilmente ci si dovrà abituare, visto il declino demografico. (Fonte Ansa)