Buona occupazione in Toscana. Firmato un Patto per lo sviluppo

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Otto i miliardi di investimenti pronti per essere impiegati in Toscana. E’il Patto per lo sviluppo firmato in questi giorni a Firenze da giunta toscana e 19 soggetti rappresentanti di categorie produttive, dei sindacati e delle parti sociali.

Pensiamo che rilanciare gli investimenti sia una priorità e siamo contenti che questo preciso programma di impegni sia condiviso da tanti soggetti. Credo che una simile sintonia di intenti poteva registrarsi soltanto in Toscana”, ha spiegato il presidente della Regione, Enrico Rossi.

Secondo le stime dell’Irpet il Patto per lo sviluppo contribuirà a creare 110.000 nuovi posti di lavoro in cinque anni, ad una media di 20.000 occupati in più all’anno.

Le organizzazioni che hanno contribuito all’elaborazione del Patto sono: Unioncamere Toscana, Confesercenti Toscana, Confcommercio Toscana, Cna Toscana, Confartigianato Toscana, Casartigiani Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Conservizi Cispel Toscana, Confapi Toscana Pmi, Confindustria Toscana, Cgil Toscana, Cisl Toscana, Uil Toscana, Legacoop Toscana, Confcooperative Toscana, Associazione Generale Cooperative Italiane Toscana, Coldiretti Toscana, Confagricoltura Toscana e Cia Toscana.

“La crescita dell’occupazione – spiega ancora il presidente Rossi – è decisiva per tenere la Toscana al passo con l’Europa, così come realizzare le infrastrutture è fondamentale per tenerla connessa al resto dell’Italia e al mondo“.

In particolare – riporta una nota stampa della Giunta toscana – “per risolvere i problemi il presidente propone un patto con le imprese che si impegnino ad assumere giovani per una staffetta generazionale. La Regione è pronta a pagare con proprie risorse i sei mesi di tirocinio e promette incentivi da finanziare attraverso le maggiori risorse avute dal fondo sociale europeo: 50 milioni di euro in tre anni, da impiegare sui contratti di apprendistato ma non solo. La Regione interverrà anche sulla formazione. Lo farà attraverso i centri per l’impiego, che, migliorando la capacità di intercettare la domanda di lavoro, si attiveranno, rapidamente, anche per la formazione delle figure funzionali alle richieste o carenze espresse dalle imprese. Nel turismo, pelletteria, meccanica, meccatronica e logistica, tanto per citare alcuni settori, è già un’esigenza sentita e saranno impegnati 10 milioni di euro in tre anni.